Intervista a Dario, collezionista di sorpresine Kinder e autore del docufilm “Il Museo delle Sorpresine”
Per molte persone, l’ovetto Kinder è solo un momento di dolcezza: un po’ di cioccolato con un piccolo giocattolo al suo interno. Ma per alcuni, queste sorpresine rappresentano una vera e propria passione.
Dario Pietrobono spicca come uno dei più grandi collezionisti di sorpresine Kinder in Italia, con una collezione che conta oltre 40.000 pezzi.
Dario non si è limitato a raccogliere questi piccoli tesori, ma ha deciso di condividere il frutto di anni di dedizione e ricerca con tutti gli appassionati, creando un canale YouTube, “Hector the Collector“, e realizzando un documentario intitolato “Il Museo delle Sorpresine“. Con il suo canale e il documentario, Dario ci apre le porte del suo mondo, rivelando una storia fatta di nostalgia e passione, un vero viaggio alla scoperta delle piccole meraviglie che, nascoste in un guscio di cioccolato, hanno segnato l’immaginario di intere generazioni.
In questa intervista, cerchiamo di scoprire un po’ di più sul collezionismo delle sorpresine Kinder, sulla collezione di Dario e sul progetto del Museo delle Sorpresine.
Dario, come è nata la tua passione per il le sorpresine Kinder?
Beh, la mia passione è nata nel 1991, quando avevo solo tre anni. Ferrero stava per pubblicare in Italia la sua prima serie di sorprese dipinte a mano, gli Happypotami.
Ero un bambino malaticcio e mia madre, per convincermi a fare le punture, iniziò a comprarmi gli ovetti Kinder. Così, quasi per caso, abbiamo completato la prima serie degli Happypotami, seguita dalle Tartallegre, poi dai Coccodritti. È stato bello perché mia madre era mia complice: anche a lei piaceva collezionare sorpresine. Passavamo del tempo insieme a catalogarle, cercare i pezzi mancanti e conservare le cartine.
Addirittura conservavate le cartine?
Sì, eravamo molto attenti! Per appiattire le pieghe che le cartine facevano all’interno dell’ovetto, mia madre le stirava con un ferro da stiro, coprendole con un panno per proteggerle.
Chi ti aiutava in queste collezioni?
In famiglia, tutti partecipavano alle collezioni. Con la nascita di mio fratello, l’obiettivo divenne completare almeno due collezioni per serie, una per me e una per lui. E in questo anche mio padre aveva un ruolo: non ha mai voluto vendere gli ovetti Kinder nel suo bar, temendo che li avrei “spazzolati” tutti io!
Così mi rifornivo nella pasticceria accanto al suo bar. Io e le signore della pasticceria eravamo diventati una vera squadra. Pesavamo tutti gli ovetti: quelli di 32-34 grammi contenevano quasi sempre le sorprese principali, mentre quelli di 30 grammi di solito avevano sorprese componibili, e quelli da 36 grammi tendevano a contenere statuine di metallo.
Infine, è nata anche mia sorella, e l’obiettivo è passato a tre collezioni complete per ogni serie. Alla fine, tutte le loro collezioni sono finite in mio possesso (ovviamente!), e adesso fanno parte della mia collezione personale.
Come si è evoluta la tua collezione negli anni?
A metà degli anni ‘90 iniziai a usare i cataloghi per orientarmi meglio. Scoprii che in Germania uscivano serie diverse dalle nostre, e iniziai la caccia alle sorprese tedesche. Era un periodo incredibile: a Roma, vicino a Piazza Sant’Ignazio, aprirono dei negozietti specializzati solo in sorpresine Kinder, e noi ci andavamo ogni volta per trovare le serie straniere o i pezzi mancanti.
Questa passione è rimasta costante nel tempo o hai avuto una “dark age”?
Durante l’adolescenza mi ero allontanato: avevo altre priorità, anche se le sorpresine erano ancora lì, esposte nella mia cameretta. Però intorno ai vent’anni la passione è tornata, forse per nostalgia, e ho ripreso a collezionare.
Avendo già completato tutte le serie, ho iniziato a cercare pezzi rari: diorami, espositori, valigette, oggetti promozionali, prototipi. Oggi colleziono figure ancora sigillate o nel bussolotto originale, come appena uscite dall’ovetto.
Com’è nato il progetto “Il Museo delle Sorpresine”?
Qualche anno fa ho iniziato a ricatalogare la mia collezione, scattando foto e registrando video. Mi sono detto: “Perché non creare un sito o un video per mostrare tutti gli oggetti che ho raccolto?”
Così è nato il docufilm “Il Museo delle Sorpresine”, pubblicato su YouTube il 29 settembre 2024. È letteralmente la mia stanza dei ricordi, nata nel 1991, quando ero un bambino di tre anni, e che oggi – nel 2024 – è diventata qualcosa di grande, che posso condividere con tutti.
Parlaci di questo docufilm. Cosa racconta?
“Il Museo delle Sorpresine” è il primo docufilm dedicato alla storia dell’ovetto Kinder, che quest’anno festeggia i suoi 50 anni. Ripercorro la storia dell’ovetto dal 1974 ai giorni nostri, concentrandomi in particolare sul periodo 1991-2004.
La prima parte è per tutti i nostalgici che ricordano con affetto le storiche sorpresine, mentre la seconda è più per i collezionisti avanzati: esploro diorami, capsule, bustine originali, uova di Pasqua e tanto altro.
“Il Museo delle Sorpresine” è solo una parte di un progetto più grande, giusto?
Esatto! Fa parte del progetto “Hector the Collector”, un canale che vuole abbracciare il collezionismo a 360°: dischi, action figure, francobolli, bustine di zucchero… tutto!
In ogni episodio, Hector – un personaggio animato che incarna il tipico collezionista – intervisterà diversi collezionisti, che racconteranno le loro storie e mostreranno le loro collezioni. Il primo episodio è proprio “Il Museo delle Sorpresine”, dove Hector intervista me.
Che personaggio è Hector?
Hector è il cliché del collezionista incallito. Setaccia negozi in cerca di rarità, cerca versioni MINT dei suoi dischi preferiti, spende più di quanto guadagna per completare la sua collezione, e passa il suo tempo a catalogare gli oggetti. La sua sigla, “La Canzone del Collezionista”, lo descrive perfettamente.
Grazie, Dario, per averci raccontato la tua storia e la tua passione!
Grazie a voi!